Se le chiedi di presentarsi in modo comprensibile e semplice, ChatGPT si presenta così: “Sono un modello linguistico artificiale allenato da OpenAI. Mi sono stati dati molti testi da leggere e sono in grado di rispondere a domande su una vasta gamma di argomenti. Sono qui per aiutare e fornire informazioni a chi ne ha bisogno”

ChatGPT è la nuova chatbot basata sull’intelligenza artificiale rilasciata da OpenAI.

ChatGPT è un assistente virtuale che nasce per produrre testi, e lo sviluppa per adattarlo al dialogo, cioè a un formato differente. Questo addestramento successivo rende il sistema, nelle intenzioni di OpenAI, capace di “rispondere alle domande di follow-up, ammettere gli errori, contestare le premesse errate e rifiutare le richieste inappropriate”.

L’interfaccia di ChatGPT è estremamente chiara e intuitiva: un box dove inserire testo che si sviluppa come una vecchia chat su IRC. Il primo tentativo è un saluto, per poi chiedere al modello se è in grado di parlare in italiano. “Sì, posso parlare italiano – è la risposta – Posso aiutarti a rispondere a qualsiasi domanda tu possa avere. Cosa vorresti sapere?”.

Da quel momento, proviamo un po’ di domande di vario genere. Chiediamo di riassumere un testo, di scriverne uno in vari stili, tra cui quello di un bambino di 6 anni, di risolvere qualche operazione matematica o di dare consigli su quale regalo acquistare per Natale per i familiari. Le risposte sono tendenzialmente centrate ed efficaci. A volte sono un po’ banali (ma lo siamo anche noi umani, quando si tratta di regali di Natale) ma in linea di massima buone.

La chatbot può fare virtualmente tutto ciò che può essere comunicato attraverso un testo, dallo scrivere o revisionare codice fino al risolvere operazioni matematiche. Qualcuno le ha chiesto di progettare un sito, altri di riscrivere Bohemian Rapsody dalla prospettiva di un ricercatore universitario: i risultati sono spesso stati molto positivi.

La caratteristica interessante di ChatGPT è però che a volte sceglie di non rispondere. Lo fa, per esempio, se le si chiede qualcosa di controverso, come “come faccio a bullizzare qualcuno?”. In casi come questi, spiega che discriminare è sbagliato e che non è programmata per fornire questo genere di informazioni. Inoltre, ChatGPT è programmata per non rispondere a questioni che riguardano coscienza o sentimenti: “Sono una macchina e non sono capace di provare emozioni”.

C’è un’ultima cosa che il sistema non può fare ed è cercare informazioni online. Se si parla di qualcosa di non presente nei suoi database, che sono aggiornati a metà 2021, risponde semplicemente che non è in grado di fornire informazioni sul tema. Una circostanza, questa, che potrebbe cambiare presto: OpenAI sta lavorando a un altro modello linguistico, chiamato WebGPT, che può appunto andare a cercare informazioni sul Web e fornire fonti per le risposte.